Il sogno di Akinosuke e altre storie by Lafcadio Hearn

Il sogno di Akinosuke e altre storie by Lafcadio Hearn

autore:Lafcadio Hearn [Hearn, Lafcadio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Letteratura, classici
ISBN: 9788897140733
editore: Alphaville
pubblicato: 2017-02-08T23:00:00+00:00


La gratitudine del samébito

(The gratitude of the Samébito)

C’era un tempo un uomo di nome Tawaraya Totaro, che viveva nella provincia di Omi. La sua casa era situata sulle sponde del lago Biwa, non lontano dal famoso tempio chiamato Ishiyamadera. Aveva delle proprietà, e viveva nell’agio; ma a ventinove anni era ancora scapolo. La sua più grande ambizione era di sposare una donna bellissima; e non era ancora riuscito a trovare una ragazza di suo gradimento.

Un giorno, mentre stava attraversando il lungo ponte del Séta,(10) vide una strana creatura rannicchiata vicino al parapetto. Il corpo di questa creatura somigliava al corpo di un uomo, ma era nero come l’inchiostro; il suo volto era come il volto di un demone, gli occhi erano verdi come smeraldi e la barba era come la barba di un dragone. Inizialmente Totaro fu alquanto sorpreso. Ma quegli occhi verdi lo guardavano con così tanta mitezza che dopo un attimo di esitazione si azzardò a interrogare la creatura. Allora questa gli rispose, dicendo: «Io sono un samébito,(11) un uomo squalo del mare; e fino a poco tempo fa ero a servizio degli Otto Grandi Re Dragoni (Hachi-Dai-Ryu-O) come funzionario subalterno nel Palazzo del Dragone (Ryugu).(12) Ma a causa di una piccola mancanza che ho commesso, sono stato mandato via dal Palazzo del Dragone, e anche scacciato dal Mare. Da allora ho vagabondato da queste parti, incapace di procurarmi del cibo, o anche un luogo dove coricarmi. Se può provare pieta per me, la supplico, mi aiuti a trovare un riparo, e mi faccia avere qualcosa da mangiare!»

Questa richiesta venne articolata con un tono talmente mesto, e in maniera talmente umile, che toccò il cuore di Totaro. «Vieni con me», disse. «Nel mio giardino c’è un laghetto grande e profondo in cui potrai vivere finché vorrai; e ti darò da mangiare in abbondanza.»

Il samébito seguì Totaro a casa sua, e sembrò molto soddisfatto del laghetto.

Da allora in poi, per quasi un anno, questo strano ospite dimorò nel laghetto, e ogni giorno venne approvvigionato da Totaro con il cibo che piace alle creature marine.

[Da questo punto in avanti del racconto originale non si allude più all’uomo squalo come a un essere mostruoso, ma come a una creatura benevola di sesso maschile.]

Ora, nel settimo mese del medesimo anno, ci fu un pellegrinaggio di donne (nyonin-modé) al grande tempio buddista chiamato Miidera, nella vicina città di Otsu; e Totaro si recò a Otsu per assistere al festival. Tra la moltitudine di donne e di ragazze lì riunitesi, notò una persona di straordinaria bellezza. Sembrava avere all’incirca sedici anni, il suo viso era attraente e candido come la neve, e la bellezza delle sue labbra garantiva all’osservatore che ogni suo discorso sarebbe risuonato “dolce come la voce di un usignolo che canta su un susino”. Totaro s’innamorò di lei a prima vista. Quando la ragazza lasciò il tempio la seguì a rispettosa distanza, e scoprì che lei e sua madre avrebbero soggiornato per qualche giorno in una certa casa nel vicino villaggio di Séta.



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